prima edizione 2008
periferico
festival di arti performative curato dal collettivo Amigdala
Il segno distintivo del festival Periferico, curato dal collettivo Amigdala a Modena dal 2008, è la forte relazione curatoriale che instaura con i luoghi della città, soprattutto periferici e in forte trasformazione urbana, articolando una riscrittura del loro immaginario attraverso un lavoro che connette attivazione territoriale, riflessione urbanistica e arte partecipata.
Gli spazi attraversati nel corso dei suoi dieci anni di attività sono diversi e molteplici: dall’ex recapito postale della stazione FFSS all’Archivio Comunale, dal condominio popolare R-Nord alla fabbrica all’avanguardia Tecnord, dal museolaboratorio Officina Emilia fino ad un autobus urbano in viaggio attraverso la città.
Il festival è nomade per natura: ogni edizione è il frutto dell’attraversamento di un luogo diverso della città, assieme alle sue comunità. Dal 2016 abbiamo deciso di esplorare per un triennio l’ampia area urbana del Villaggio Artigiano: questa scelta ci chiede di applicare il nostro processo di ricerca ad uno stesso luogo attraverso occhi nuovi, di scendere sempre più in profondità e di cambiare il nostro modo di guardare e ascoltare questa zona. Qui abbiamo trovato un campo base in Ovestlab, una ex-officina dismessa che stiamo riqualificando assieme all’Archivio Architetto Cesare Leonardi, affidataci col supporto del bando Funder35.
Il “format” del festival è ogni volta diverso: risponde infatti al processo di costruzione e ricerca che viene fatto nel luogo specifico in cui ha sede.
Questo lungo processo si compie, di fatto, a partire dalla disponibilità all’ascolto.
Al Villaggio Artigiano sono state realizzate tre edizioni del festival:
Futuro Antenato (2016) > guarda qui
Alto, fragile, urgente (2017) > guarda qui
Insolente (2018) > guarda qui
Nel 2017 Amigdala ha anche realizzato un documentario con Marcella Menozzi che racconta il processo che porta al festival, “A passo d’uomo“:
Nel 2017 Periferico è stato segnalato al Premio Rete Critica:
“perché ascolta il sapere e il saper fare per ricostruire la narrazione della città di Modena e riappropriarsi della sua identità.” — Paneacquaculture PAC
“per il lavoro puntuale e paziente sul territorio, che intreccia ricerca artistica, ascolto dei luoghi, partecipazione, autonarrazione e riflessione teorica. Creando relazioni con abitanti e risvegliando le identità locali, il festival si apre a una concezione del tutto tridimensionale dell’esperienza artistica e della rigenerazione urbana.” — Stratagemmi